09_07_2012| ASILI, IN COMMISSIONE LA CONVENZIONE CON I PRIVATI. MORETTI (PDL): “L’ALTERNATIVA AL RINNOVO E' MANTENERE SOLO I SERVIZI CHE COSTANO DI PIU’”

Lunedì, 09 Luglio 2012

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ASILI, IN COMMISSIONE LA CONVENZIONE CON I PRIVATI. MORETTI (PDL): “L’ALTERNATIVA AL RINNOVO E' MANTENERE SOLO I SERVIZI CHE COSTANO DI PIU’”


Sono 282 i bambini riminesi rimasti senza asilo nel 2012. Domani in commissione 5 (servizi al cittadino) si discuterà una mozione presentata nel novembre del 2011 sulla scaduta convenzione comunale con gli asili privati.


“La mozione – spiega il consigliere Giuliana Moretti (Pdl) – ha come oggetto il mancato rinnovo della convenzione con i gestori privati di nidi che era stata stipulata dopo un pressing infinito mio e del mio partito nel 2007 quando era assessore l'onorevole Elisa Marchioni, a cui bisogna dare atto di un’importante azione sussidiaria”.


Una convenzione deliberata all'unanimità da maggioranza e minoranza con la sola astensione di Rifondazione comunista e che, scaduta nel 2010, non è stata rinnovata (nel mezzo c’è stata l’elezione di Elisa Marchioni in Parlamento e successivamente un cambio di amministrazione).


“Domani mattina in commissione – spiega Giuliana Moretti – chiederò all'assessore Gloria Lisi se intende procedere o meno alla stipula di una convenzione, visto che i capitoli di bilancio 2012: 27030 di 254.860 e 27180 di 166.320 fanno entrambi riferimento alla convenzione con privati per gestione asili nido”.


Tra le convenzioni per i nidi il Comune, quest’anno l’Asp Valloni ha ricevuto “oltre 5mila euro” a posto per i due nidi di proprietà comunale che gestisce, e vi sia “l'intenzione di spendere 70 mila euro per 10 posti all'asilo aziendale dell'ospedale sempre gestito dall'Asp Valloni (quindi 7000 euro a posto)”. La convenzione non rinnovata con i gestori privati costava circa 2mila euro a posto.


“Se la convenzione non venisse ripristinata la scelta sarebbe quella di sostenere solo quel servizio che costa di più alla collettività, evidentemente perché ritenuto più pubblico di quello gestito dalle cooperative, nonostante l'apprezzamento delle famiglie sia spesso anche maggiore”.